Si specifica che l’analisi seguente non rappresenta in nessun modo un consiglio o una raccomandazione di investimento: lo scopo rimane infatti unicamente educativo ed informativo. Per ulteriori informazioni leggere il Disclaimer presento sul sito.

Proprio quando la settimana stava iniziando nel peggiore dei modi, è arrivata la notizia relativa all’illimitata iniezione di liquidità con cui la FED tenterà di rilanciare l’economia duramente colpita dal Coronavirus. Non sappiamo al momento se l’iniziativa risulterà sufficiente a fermare l’emorragia dei mercati e a favorire una ripartenza, ma di sicuro ha temporanemaente tamponato la situazione e ha dimostrato la volontà dell’Ente suddetto di rilanciare fortemente la prima economia al Mondo.

Eur/Usd:
La scorsa settimana è stata caratterizzata da un Dollaro forte che ha ribaltato la situazione precedente e portato l’Euro alla soglia di 1.06. La decisione della Fed all’inizio di questa settimana ha rallentato la corsa della moneta statunitense e riportato l’Euro al livello 1.08: nonostante l’immissione di liquidità il Dollaro USA non sembra comunque voler cedere terreno e rimane potenzialmente molto forte, in quanto vera valuta rifugio del momento. Il superamento del livello 1.10 potrebbe essere uno step importante per delineare un eventuale trend rialzista che al momento non sembra così convincente.

Gbp/Usd:
Dopo il crollo delle ultime settimane la Sterlina sembra aver arrestato la caduta ed ha approfittato della decisione della Fed per riportarsi al livello 1.18. Stiamo parlando di prezzi difficilmente prevedibili solo 20 giorni indietro, ma la gestione “stravagante” della crisi Coronavirus da parte del Governo britannico ha creato enorme incertezza intorno ad un’economia che già prima doveva fare i conti con i problemi della Brexit. Adesso il Premier inglese sembra aver assecondato le misure restrittive prese dagli altri Paesi e questo potrebbe rappresentare, salvo altri sconvolgimenti, una base di partenza per un recupero della Sterlina a livelli almeno superiori a 1.20.

Usd/Chf:
Continua la risalita del Dollaro che in 2 settimane ha recuperato tutto il terreno perduto causa Coronavirus e si è riguadagnato il livello 0.99. Dopo un leggero ritracciamento di inizio settimana che lo ha visto avvicinarsi a quota 0.97, il trend rialzista ha ripreso immediato slancio ed è pronto a mettere nel mirino l’obbiettivo pre-crisi, che è quello della parità. Il Franco svizzero è chiaramente penalizzato dalla crisi europea e dalla situazione contagi, per nulla positiva in questo momento.

Eur/Aud:
La situazione drammatica relativa alla moneta australiana sembra essersi stabilizzata. Il cambio rimane volatile ma la valuta suddetta, dopo ben 2 Flash Crash che l’hanno vista crollare addirittura a 1.96, ha recuperato terreno e sta spingendo per tornare al livello 1.80. L’economia australiana è duramente provata da mesi di incendi e dalla crisi dei mercati asiatici, ma la ripresa potrebbe essere vicina con la risoluzione di queste due problematiche: a questo si somma anche che l’Euro deve fare i conti con i problemi della zona Europa. Il cammino è difficile e sarà pieno di ritracciamenti, ma il Dollaro australiano può nel tempo recuperare un livello fra 1.70 e 1.60.

Usd/Jpy:                                                                                                                                                                                 Il Dollaro è la valuta rifugio del momento e lo sta dimostrando contro lo Yen che aveva storicamente ricoperto questo ruolo fino a poche settimane fa. Il prezzo ha rotto il livello 111 e punta a quello successivo, situato intorno a 112. Trump e la FED continuano a manifestare segnali di sostegno all’economia americana e il sentiment degli investitori è positivo per il Dollaro Americano.

Usd/Cad:                                                                                                                                                                                 Il mese di marzo ha segnato una netta risalita del Dollaro americano che si è attestato a livelli molto alti, intorno a quota 1.45. La moneta canadese ha chiaramente pagato lo scotto del Petrolio ed ha lasciato terreno importante. E’ possibile un ribilanciamento del prezzo in coincidenza con l’uscita dalla crisi del Petrolio, che comunque richiederà ancora del tempo.

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